Haydn nacque da famiglia di modeste
condizioni nel villaggio austriaco di Rohrau, vicino al
confine ungherese. Suo padre, Mathias, era mastro
carraio e per qualche tempo ricoprì l'incarico di
Marktrichter (sindaco del villaggio); sua madre era
cuoca nel castello dei Conti di Harrach.
Mathias Haydn si dilettava a cantare ed a suonare a
orecchio l'arpa; la famiglia - secondo i ricordi dello
stesso Haydn - era "molto musicale". Il fratello Michael
diverrà anch'egli compositore di notevole qualità; meno
rilevante il talento di un terzo fratello musicista:
Johann Evangelist, che diverrà cantante (tenore). Le
capacità musicali del piccolo Franz furono presto
riconosciute e nel 1738 gli venne data la possibilità di
studiare a Hainburg an der Donau, presso Johann Matthias
Franck, un parente maestro di coro. Così, dall'età di
sei anni, Franz Joseph Haydn lasciò per sempre la casa
paterna.
A Hainburg an der Donau Haydn soffrì non di rado la
fame, ma imparò a suonare il clavicembalo e il violino,
e cominciò a cantare le parti soliste di soprano nel
coro della chiesa. Appena due anni più tardi, Georg von
Reutter, direttore musicale dello Stephansdom (Duomo) di
Vienna in viaggio in cerca di talenti, fu impressionato
dalle doti canore di Haydn, che trovò un posto nella
capitale come corista per i nove anni seguenti (gli
ultimi quattro in compagnia del fratello Michael).
Il lavoro nella cattedrale non fu molto utile al giovane
Haydn né dal punto di vista materiale (continuò a patire
occasionalmente la fame) né da quello didattico: Reutter
era un compositore abbastanza quotato, ma trascurava i
propri compiti di insegnante. La cattedrale di Vienna
era comunque un importante centro musicale, e così Haydn
poté apprendere e lavorare sulle opere dei maggiori
compositori contemporanei.
Nel 1749, Haydn dovette abbandonare, dopo la muta della
voce, il coro della cattedrale. Rimase a Vienna, ma
iniziò per lui un periodo difficile, di grandi
ristrettezze economiche, che - secondo i suoi primi
biografi - seppe però affrontare con ottimismo. Iniziò a
mettere a frutto le sue capacità musicali suonando a
pagamento in feste e serenate, dando alcune lezioni,
scrivendo le sue prime composizioni sia nel genere sacro
(Greisinger parla di alcuni mottetti che portò con sé in
occasione di una visita al santuario di Mariazell) sia
in quello della musica strumentale "di consumo"
(serenate, minuetti). Tra gli amici con i quali in
questo periodo faceva musica c'era Carl Ditters von
Dittersdorf, destinato anche lui ad un'importante
carriera di compositore.
Haydn cercava anche, in tutti i modi, di ampliare le sue
basi teoriche e pratiche. Fu fondamentale in proposito
la conoscenza del vecchio e illustre compositore
napoletano Nicola Porpora, avvenuta a Vienna quando
Porpora era in visita alla città, che lo prese al
proprio servizio come accompagnatore al clavicembalo
(Porpora dava lezioni di canto) e come "valletto" in
cambio di lezioni gratuite. In alcune note
autobiografiche del 1776, Haydn scrive: «non componevo
in modo corretto fino a che non ebbi la fortuna di
apprendere i principi fondamentali della composizione
dal signor Nicola Porpora, che era allora a Vienna». La
figura del burbero Porpora riaffiora in un ricordo
riportato da Greisinger: «Non mancavano certo gli
"asino", "coglione", "birbante", o le gomitate nelle
reni, ma non me la prendevo, perché da Porpora appresi
molto di canto, di composizione e di italiano».
Un altro aspetto sul quale portano l'attenzione i primi
biografi è lo strenuo lavoro autodidattico: fra i testi
che studiò successivamente, Haydn tenne in grandissima
considerazione il Versuch ueber die wahre Art das
Clavier zu spielen, di Carl Philipp Emanuel Bach, il cui
primo volume era apparso nel 1753. Di Emanuel Bach
conobbe ben presto anche le prime sei sonate per
cembalo, che imparò ad eseguire, e soprattutto prese a
modello - come altre successive opere di quell'autore -
dal punto di vista compositivo.[3] Studiò, inoltre, il
Gradus ad Parnassum di Fux e Der volkommen Kapellmeister
di Mattheson.
Con il progresso delle sue capacità compositive, Haydn
riuscì ad affrontare la composizione di un'opera. Ciò
poté accadere grazie al fortunato incontro con l'attore
comico Johann Joseph Felix Kurz, noto col nome d'arte di
Bernadon, che recitava al Teatro di Porta Carinzia. Per
Bernadon Haydn compose le musiche della commedia Der
krumme Teufel (Il diavolo zoppo). L'opera fu data alle
scene nel 1753, ma non ebbe molte repliche perché gli
eccessivi contenuti satirici contro personaggi noti
fecero sì che le autorità ne ordinassero il ritiro. La
musica di questa prima prova teatrale haydniana è andata
perduta.
Agli stessi anni risalgono alcune composizioni
strumentali significative, anche se è da ritenere poco
fondata la notizia che i primi quartetti (conosciuti
come op. 1) fossero stati composti all'età di diciott'anni
(1750). Tale data va spostata di almeno sette anni più
avanti.[4] In ogni modo, la fama del giovane musicista
andava gradualmente accrescendosi e poté ottenere la
protezione di alcune famiglie aristocratiche, che
all'epoca era decisiva per la carriera di un
compositore. La contessa Thun, dopo aver conosciuto una
delle sue composizioni, lo ingaggiò come insegnante di
canto e di cembalo. Più tardi il barone Carl Joseph
Fürnberg lo raccomandò al conte Karl von Morzin, che nel
1757 gli diede il primo impiego a tempo pieno.
L'incarico di Haydn presso il conte Morzin era quello di
maestro di cappella. In questa veste, diresse la piccola
orchestra del conte, per la quale scrisse le sue prime
sinfonie.
Nel 1760, con la sicurezza che gli derivava da un lavoro
fisso, Haydn si sposò con Maria Anna Keller (1729-1800),
della cui sorella Therese era stato precedentemente
innamorato.
A causa di improvvise ristrettezze finanziarie del conte
Morzin, Haydn venne licenziato ma trovò subito una nuova
sistemazione come assistente maestro di cappella degli
Esterházy, una delle famiglie più ricche e importanti
degli stati asburgici. Alla morte del maestro di
cappella, Gregor Werner, nel 1766, Haydn rilevò il suo
posto, seguendo gli Esterházy nelle loro varie
residenze. Tra le sue mansioni: scrivere nuove
composizioni, dirigere l'orchestra di corte, suonare
musica da camera per e con i suoi protettori e allestire
rappresentazioni liriche. In ogni caso, nonostante
l'impegno notevole, Haydn si considerava fortunato, dato
che i principi Paul Anton e Nikolaus I erano raffinati
intenditori di musica, che apprezzavano il suo lavoro e
gli mettevano a disposizione tutto ciò di cui aveva
bisogno.
Durante i quasi trent'anni passati al servizio della
famiglia, Haydn compose una mole impressionante di
opere, e andò via via affinando il proprio stile. La sua
popolarità andava crescendo di conseguenza, e,
gradualmente, cominciò a scrivere anche
indipendentemente dall'ambiente di corte. Numerose opere
di questo periodo (tra cui le sinfonie dalla n. 82 alla
n. 87) furono infatti scritte su commissioni esterne.
Attorno al 1781, Haydn strinse amicizia con Wolfgang
Amadeus Mozart. Quest'ultimo, ancora giovane, era stato
molto influenzato dal collega più anziano, e gli dedicò
una serie di quartetti d'archi, pratica molto insolita
in un'epoca in cui i dedicatari erano solitamente
aristocratici. Si possono ricercare anche radici
massoniche nell'amicizia fra i due musicisti, che erano
infatti membri della stessa loggia massonica.
Nel 1789, iniziò una relazione platonica ma assai
intensa con Maria Anna von Genzinger, moglie del medico
personale del principe Nikolaus I Esterházy. La morte
prematura di questa, quattro anni dopo, fu un duro colpo
per Haydn: se ne può forse sentire un richiamo nelle
Variazioni in fa minore per pianoforte (Hob XVII:6),
insolitamente drammatiche.
Nel 1785, alla morte del principe Nicola, il figlio di
Antonio licenziò l'orchestra ma assicurò ad Haydn una
pensione. Il compositore, ormai non più giovane, si
trovò così libero di accettare un'offerta economicamente
vantaggiosa, fattagli dall'impresario Johann Peter
Salomon: libero dagli impegni di corte, viaggiare in
Inghilterra e dirigere sinfonie con una grande
orchestra.
La musica di Haydn era già conosciuta dal pubblico
inglese: la capitale aveva un'intensa vita musicale e un
mercato editoriale aggiornato e dinamico, ma i due
soggiorni inglesi del compositore (1791-1792 e
1794-1795) si tradussero in un successo superiore ad
ogni aspettativa. Il pubblico accorreva entusiasta ai
suoi concerti. Haydn poté ottenere introiti consistenti,
ma anche numerose amicizie, conoscenze e occasioni di
vita mondana.
A questo periodo risalgono alcune fra le opere più note
di Haydn, anzitutto il suo ultimo gruppo di sinfonie,
dette "Londinesi", dal n. 93 al 104, i sei quartetti op.
71 e 74, diverse sonate per pianoforte e un
significativo gruppo di trii con pianoforte.
Il periodo londinese, inoltre, mise Haydn a confronto
con la permanenza, all'interno della cultura musicale
d'oltremanica, del modello esemplare degli oratori di
Händel. Da ciò nacque l'ispirazione che - dopo il
ritorno a Vienna - lo porterà alla composizione dei due
grandi oratori La Creazione (1798) e Le stagioni (1801).
I due oratori, inoltre, sono debitori della cultura
britannica anche per quel che riguarda il testo. Il
libretto del primo, che esiste in versione inglese e
nella traduzione tedesca che ne fece il Barone olandese
Gottfried van Swieten, è ispirato al grande modello
della poesia di ispirazione biblica fornito dal Paradiso
Perduto di John Milton, quello del secondo (solo in
tedesco) è invece imitato dal poema The Seasons dello
scozzese James Thomson.
L'unico passo falso nell'avventura londinese fu
un'opera, L'anima del filosofo, per la quale ad Haydn fu
pagata un'ingente cifra di denaro. Fu cantata solo
un'aria e ne furono pubblicati 11 numeri. L'intera opera
non fu rappresentata fino al 1950.
Alla fine del Settecento, Haydn prese seriamente in
considerazione la possibilità di diventare un cittadino
inglese, ma alla fine tornò a Vienna, dove si fece
costruire una grande casa e si dedicò alla composizione
di grandi opere sacre per coro e orchestra: tra queste i
già citati oratori La Creazione e Le stagioni, e sei
messe per la famiglia Esterházy, che nel frattempo aveva
ritrovato l'interesse per la musica. In questo periodo,
Haydn scrisse anche gli ultimi nove quartetti per archi.
E a dispetto della non più giovane età, esclamò in una
lettera "quanto rimane ancora da fare in questa arte
meravigliosa!".
Nel 1802 una malattia di cui soffriva da tempo si acuì
improvvisamente: al dolore fisico si aggiungeva
l'impossibilità di dedicarsi al lavoro di composizione,
nonostante la creatività fosse sempre tumultuosa.
Durante gli ultimi anni, fu assistito con cura dai suoi
servitori, e ricevette abitualmente numerose visite e
pubblici riconoscimenti. Morì nel 1809, durante
l'occupazione di Vienna da parte delle armate
napoleoniche. Secondo la tradizione, le sue ultime
parole sono state per tranquillizzare i suoi servitori
durante il bombardamento su Vienna delle armate
francesi. Napoleone mandò un picchetto d'onore a
presenziare alle esequie.
Joseph Haydn, secondo le testimonianze dei
contemporanei, fu un uomo gioviale e ottimista: se ne
può avere riscontro nel sense of humour che anima le sue
opere e che spesso si esprime in scherzi e sorprese
musicali.
Alla corte degli Eszterházy era particolarmente
rispettato, e creò un clima di lavoro estremamente
disteso, contribuendo anche a difendere gli interessi
economici dei colleghi. La caccia e la pesca erano i
suoi passatempi preferiti. Fervente e devoto cattolico,
usava vergare Laus Deo o espressioni simili alla fine
dei manoscritti, e si dedicava alla preghiera quando le
idee musicali stentavano a prendere forma sulla carta.
I dipinti che lo ritraggono sono abbastanza discordi tra
loro, e l'unica fonte affidabile per avere un'idea dei
suoi tratti somatici è la maschera mortuaria in cera
conservata nella sua casa-museo di Vienna. Le
informazioni certe sul suo aspetto sono poche: basso di
statura (probabilmente per la malnutrizione), divenne
calvo in età adulta, e portava in viso i segni del
vaiolo. Non bello, si meravigliò molto del successo
riscosso a Londra tra il pubblico femminile.
Haydn è stato spesso onorato del titolo di "padre della
sinfonia"; sebbene l'appellativo sia giustificato solo
in parte, poiché esistono precedenti e paralleli
importanti sia in Italia sia in Germania, è indubbio che
la produzione haydniana contribuì enormemente a
riscattare questo genere strumentale dalla subalternità
rispetto alla musica vocale, e a dargli una forma ampia,
duttile e complessa. Per quanto riguarda il quartetto
d'archi, invece, la paternità di Haydn è fuori
discussione.
Tramite questi due generi principali (a cui occorre
aggiungere l'ampio corpus delle sonate per pianoforte e
dei trii con pianoforte), Haydn divenne l'autore più
conteso dalla vivace editoria musicale del suo tempo ed
il punto di riferimento principale dello stile
"classico" di fine Settecento.
Lo sviluppo della forma-sonata in un mezzo espressivo
flessibile e sofisticato, fino a diventare il soggetto
principale del pensiero musicale dell'età classica, deve
moltissimo a Haydn, e a quelli che proseguirono
direttamente il suo lavoro.
Inoltre, integrò la fuga nello stile classico, e
arricchì il rondò con una logica tonale più coerente e
organica. Fu anche il primo compositore a usare
estensivamente la tecnica della doppia variazione,
ovvero una variazione su due temi alternati, spesso in
modo maggiore e minore.
Caratteristica fondamentale delle opere di Haydn è lo
sviluppo di strutture ampie e articolate a partire da
motivi brevi e relativamente semplici. Le sue
composizioni furono così la base dello sviluppo
successivo della tonalità e delle varie forme classiche
come la sonata e il quartetto.
La pratica compositiva di Haydn ha le sue radici nel
contrappunto modale di Johann Joseph Fux, e allo stesso
tempo nell'opera di Gluck e C.P.E. Bach. Di
quest'ultimo, Haydn scrisse: "senza di lui, non sappiamo
niente". Riguardo alla melodia, predilesse melodie
facilmente scomponibili in parti più piccole, da
sottoporre a combinazioni contrappuntistiche: in questo,
anticipò in qualche modo l'opera beethoveniana.
L'opera di Haydn è però legata quasi per antonomasia
alla definizione della forma sonata. Durante il periodo
Classico, la musica era dominata dalla tonalità, e le
sezioni delle opere erano contrassegnate da passaggi
tonali: Haydn si concentrò nella creazione di soluzioni
espressive, argute, drammatiche, per condurre le
transizioni più importanti fra le varie sezioni di un
pezzo, ritardandole, o facendole avvenire di nascosto,
ingannando l'ascoltatore.
La forma sonata, che in seguito venne definita
formalmente basandosi proprio sull'opera di Haydn, fu di
gran lunga la struttura musicale più importante del XIX
secolo. Le sue sezioni sono:
Introduzione: sezione lenta in tonalità di dominante,
non sempre presente, con materiale non direttamente
collegato ai temi principali, che evolve rapidamente
nella
Esposizione: presentazione dei temi, con il primo in
tonalità di tonica, e il secondo in tonalità di
dominante, oppure - ma più di rado - per le composizioni
nel modo maggiore, nella relativa minore (è più
frequente che la ripresa sia nella relativa maggiore se
la composizione è in minore). A differenza dei suoi
successori, Haydn scrisse spesso delle esposizioni in
cui il secondo tema era identico o molto simile al
primo.
Sviluppo: i temi vengono trasformati, frammentati,
trasposti, e combinati con altro materiale. In questa
sezione, che è la più dinamica e drammatica, si
addensano le modulazioni, ossia i passaggi da una
tonalità all'altra, che possono portare lontano dalla
tonalità di impianto. In generale, gli sviluppi delle
composizioni di Haydn tendevano ad essere più lunghi e
articolati di quelli di Mozart. Qualora la sezione non
sia presente, si parla di sonatina.
Ripresa: ritorno alla tonalità originale e ripetizione
modificata dell'esposizione: la modifica consiste
essenzialmente nel fatto che anche il secondo tema passa
alla tonalità di impianto, riducendo così la tensione
che ha dato origine alla dinamica della composizione e
dando a quest'ultima il senso compiuto di una vicenda, e
quasi di una narrazione (beninteso: puramente musicale).
Rispetto ai lavori di Mozart e Beethoven, durante la
ripresa Haydn invertiva spesso l'ordine dei due temi,
ometteva alcuni passaggi dell'esposizione, e introduceva
la
Coda: eventuale sezione aggiuntiva dopo la chiusura
della ricapitolazione, con piccoli sviluppi tematici.
La struttura al tempo stesso rigida e vivace della
sonata di Haydn ha influenzato moltissimo le opere di
Beethoven: quest'ultimo, con la maturità, passò infatti
da uno stile piuttosto discorsivo e disorganico
nell'esposizione dei temi, alla rinnovata cura per la
forma, con l'uso di temi più brevi e flessibili.
Molta della musica di Haydn è stata scritta per
allietare un principe e la sua corte, e il suo tono è di
conseguenza tendenzialmente spensierato; questa
inclinazione rifletteva probabilmente la personalità
equilibrata e allegra del compositore. Le opere in modo
minore, spesso estremamente serie e profonde,
costituiscono delle fortissime eccezioni alla regola. I
movimenti veloci delle opere di Haydn sono travolgenti,
specialmente nei finali: alcuni esempi si trovano nella
sinfonia n. 104 (London), nel quartetto op. 50 n. 1, e
nel trio con pianoforte Hob XV: 27. Con l'arrivare della
maturità, i movimenti lenti delle opere di Haydn
acquistarono sempre maggiore profondità e complessità,
come si può apprezzare per es. nei quartetti op. 76 n. 3
e 5, nella sinfonia n. 102, e nel trio con pianoforte
Hob XV: 23. I minuetti, fortemente ritmati, mantennero
sempre un carattere gioviale e popolaresco.
Uno sguardo d'insieme sui quasi cinquant'anni di
produzione haydniana mostra un graduale e costante
aumento di complessità nella forma e nel linguaggio
musicale.
Le opere giovanili di Haydn risalgono ad un periodo di
grandi cambiamenti, in cui lo stile compositivo del
barocco, rappresentato da Johann Sebastian Bach e da
Händel, era ormai al tramonto. Come è stato già
ricordato, tra gli autori di riferimento nella sua
formazione ci fu Carl Philipp Emanuel Bach, il più
geniale ed innovativo tra i figli di Johann Sebastian.
Questa collocazione storica fa di Haydn uno dei grandi
esploratori della musica del suo tempo.
Nel gruppo delle prime sinfonie, di ispirazione almeno
in parte tardobarocca, merita una menzione il ciclo
delle nn. 6, 7 e 8, dal carattere moderatamente
descrittivo, ispirate alle parti della giornata (i
titoli francesi sono Le Matin, Le Midi e Le Soir).
Composte probabilmente nel 1761, sono ricche di momenti
concertanti (interventi solistici), di un'accentuata
ricerca timbrica e di una grande varietà di situazioni
musicali (notevoli per esempio il recitativo ed il
duetto strumentali, su modello operistico, nel tempo
lento della n. 7).
Tra il 1767 e i primi anni del decennio successivo,
Haydn inserì nelle sue opere elementi di maggiore
intensità espressiva, soprattutto nei lavori in modo
minore: anche se alcuni critici negano la possibile
influenza del movimento letterario tedesco, questa fase
è stata denominata dello Sturm und Drang.
Alcune opere rilevanti di questo periodo sono le
seguenti sinfonie:
n. 39 in sol minore, spesso ricordata come modello della
"piccola" sinfonia in sol minore (K183) di Mozart,
n. 44 in mi minore (nota col titolo, apocrifo e
abbondantemente esagerato, di "Trauer", ossia "luttuosa"
o "funebre")
n. 45 in fa diesis minore (nota come la "Sinfonia degli
Addii"),
n. 49 in fa minore ("La Passione")
E inoltre la sonata per pianoforte in do minore n. 30
Hob. XVI/20, e i sei quartetti per archi op. 20,
risalenti al 1772. Nello stesso periodo, il suo
interesse verso il contrappunto andò crescendo, con la
scrittura delle fughe che chiudono tre dei quartetti op.
20.
Il crescendo espressivo dello Sturm und Drang fu seguito
da un ritorno ad un umore più sereno e giocoso. Nel
periodo successivo, Haydn non scrisse nessun quartetto
per archi, mentre le sinfonie assunsero nuove
caratteristiche: l'inserimento di un'introduzione lenta,
e la comparsa di timpani e trombe nelle partiture.
Questi cambiamenti riflettevano un cambiamento radicale
negli impegni professionali del musicista, che si
allontanava dalla "musica pura" per avvicinarsi
all'opera buffa. Diverse di queste opere (oggi
rappresentate assai di rado) contengono delle ouverture
che vennero riciclate come movimenti di sinfonia durante
tutti gli anni 1770 e che aiutarono Haydn a mantenere
una vasta produzione sinfonica in quel decennio di
febbrile attività.
Nel 1779, una modifica importante al contratto di Haydn
gli diede la possibilità di pubblicare le sue
composizioni senza ricevere l'autorizzazione del suo
mecenate. Questa circostanza può avere accelerato il
ritorno di Haydn verso la "musica pura": il punto di
svolta può essere individuato nella pubblicazione dei
sei quartetti per archi op. 33, che nella parole di
Haydn erano scritti "in un modo completamente nuovo e
speciale". Charles Rosen asserisce che ciò che Haydn
dice è assolutamente vero. Egli sottolinea i progressi
di Haydn nella tecnica di composizione che appaiono in
questi quartetti, progressi che segnano l'avvento, in
pieno fulgore, dello stile musicale del periodo
classico. Questo stile include vari aspetti: una forma
di fraseggio fluida, in cui ogni motivo emerge dal
precedente senza interruzione; la pratica di lasciare
che il materiale di accompagnamento si evolva in
materiale melodico ed un certo "Contrappunto classico",
in cui ogni parte strumentale mantiene la sua integrità.
Questi aspetti li ritroviamo in molti quartetti che
Haydn scrisse dopo l'opera 33.
Nel 1790, stimolato dai frequenti viaggi in Inghilterra,
Haydn sviluppò ciò che Rosen chiama lo "stile popolare",
un tipo di composizione che, con un successo senza
precedenti, creava musica con un grande richiamo
popolare mantenendo nel contempo una colta e rigorosa
struttura musicale. Un elemento importante dello stile
popolare era l'uso frequente di materiali folcloristici.
Haydn si prese cura di usare questo stile in momenti
musicali appropriati, come i finali delle sonate o
l'apertura del tema finale. Collocato in questi punti,
il materiale folclorico serve come elemento
stabilizzatore, aiutando a fissare una struttura più
complessa. Lo stile popolare di Haydn si può sentire
praticamente in tutto il suo lavoro degli ultimi anni,
comprese le dodici Sinfonie di Londra, gli ultimi
quartetti, i trii per piano e gli ultimi due oratori.
Il ritorno a Vienna nel 1795 segnò l'ultima svolta nella
carriera di Haydn. Anche se il suo stile musicale era di
poco cambiato, lo erano invece le sue intenzioni. Mentre
era a servizio di qualche aristocratico, o quando era un
indaffarato imprenditore, Haydn scriveva velocemente e
copiosamente le sue composizioni dovendo rispettare le
frequenti scadenze. Da uomo ricco, il compositore godeva
del privilegio di prendere tempo e scrivere per i
posteri. Questo atteggiamento si riflette nel soggetto
de La Creazione (1798) e Le stagioni (1801), che
contengono temi importanti quali il significato della
vita e dell'umanità e rappresentano un tentativo di
rappresentare il sublime in musica. Le nuove intenzioni
di Haydn si riflettevano anche nel fatto che impiegava
molto più tempo a scrivere le sue opere: entrambi gli
oratori furono composti in più di un anno. Haydn affermò
di aver impiegato così tanto a scrivere La Creazione
perché voleva farne un'opera che durasse nel tempo. |