l'Opera seria cosiste sempre in tre atti
(con molte arie) che escludono le scene allegre e
divertenti mentre, com'è intuibile, l'Opera buffa è in
buona sostanza una commedia musicale spesso basata sulla
"Commedia dell'arte".
Inoltre l'Opera seria si distingue anche per avere uno
schema fisso della situazione e dei ruoli dal fatto di
essere contrassegnata dal "lieto fine", cioè dalla
conciliazione dei contrasti e delle contraddizioni alla
fine dell'opera. Rossini nella sua carriera contribuirà
grandemente a sovvertire molti di questi luoghi comuni
operistici.
Dopo il successo di "Tancredi" e de "L'italiana in
Algeri" comincia un'ascesa inarrestabile. Diviene
popolarissimo grazie all'irresistibile vivacità dei suoi
ritmi, alla bellezza delle melodie e all'irrefrenabile
vena e vigore teatrale che circolano nelle sue
composizioni.
Dal 1816 al 1822 Barbaja, potente e accorto impresario
del Teatro San Carlo di Napoli, lo scrittura per
infondere nuovo vigore al mondo operistico napoletano in
declino. Disponendo di un teatro tutto suo, di una buona
orchestra e di grandi cantanti, Rossini matura come
drammaturgo e amplia i propri mezzi musicali che
culminano con l'opera "Semiramide", l'ultima del suo
periodo italiano. A Napoli Rossini pone le basi della
sua fortuna finanziaria e sposa la contralto spagnola
Colbran che, con il suo grande talento vocale,
contribuisce al successo delle sue opere.
Dopo un soggiorno a Vienna e Londra, dove vengono
allestiti due festival delle sue opere, nel 1824 Rossini
si reca a Parigi come direttore del Théâtre Italien. Qui
fa rappresentare le sue opere migliori revisionandole
per adattarle ai gusti della società parigina, poi con
il "William Tell" (Guglielmo Tell) affronta un nuovo
soggetto romantico: con questa opera riesce a fondere
gli elementi dello stile italiano e francese aprendo la
strada al "grand-opera", tipo di spettacolo dal soggetto
storico, ricco di effetti scenici, balletti e masse
corali.
Ormai al culmine della celebrità internazionale Rossini
chiude tuttavia la sua attività operistica, forse per
motivi di salute o forse per stanchezza creativa, dopo
anni di intensa attività compositiva, ma anche per la
raggiunta sicurezza finanziaria. Resta ancora a Parigi
curando i propri affari, seguendo gli allestimenti dei
compositori contemporanei e concedendosi numerosi
viaggi.
Nel 1836 fa ritorno a Bologna in uno stato di grande
abbattimento fisico e psichico poi si sposta a Firenze.
Rientrato a Parigi nel 1855 riprende a comporre brevi
pezzi da camera.
Muore a Passy il 13 novembre 1868.
Vent'anni dopo la sua salma viene traslata nella chiesa
di Santa Croce a Firenze, accanto a quella degli altri
grandi Italiani.
Molti sono i meriti e le strade aperte da questo
eccezionale compositore italiano. Ha saputo rendere
brillante e imprevedibile l'orchestra, ravvivando i
colori strumentali e accentuando le dinamiche con il
celebre uso del crescendo (poi denominato appunto
"crescendo rossiniano"), e del concertato finale.
Rossini ha inoltre regolato il cosiddetto "bel canto",
sino ad allora lasciato al gusto degli interpreti, e
imposto alle voci un inedito virtuosismo. L'espressione
musicale acquista così un effetto fortemente teatrale,
dall'impatto quasi fisico, che è storicamente unico e
innovativo. |