distretto di Lichtental,
mentre la madre, Elisabeth Vietz (1757-1812), figlia di
un fabbro di Zuckmantel, nella Slesia, prima del
matrimonio aveva lavorato a Vienna come cuoca.
I suoi genitori si erano sposati il
17 gennaio 1785 e Franz era il dodicesimo di quattordici
figli, dei quali solo cinque raggiunsero l'età adulta:
Ignaz (1785-1844), Ferdinand (1794-1859), Karl
(1795-1855), Franz e Maria Teresa (1801-1878). Nel 1813,
un anno dopo la morte della moglie, Franz Theodor sposò
Anna Kleyenböck (1783-1858), figlia di un fabbricante di
seta, che aveva vent'anni meno di lui e gli diede altri
cinque figli.
Franz Theodor univa al suo bigottismo religioso un forte
lealismo monarchico. Nel 1797 acquistò l'edificio
scolastico della Säulengasse e vi si trasferì con la
famiglia, finché nel 1818 fu nominato maestro della
scuola del ricco distretto borghese di Rossau, dove
insegnò assistito dai figli Ignaz e Franz. Nel 1829 fu
ricompensato dalle autorità con la concessione della
cittadinanza onoraria di Vienna e morì il 19 luglio
1830, poco prima di ricevere la medaglia d'oro al valor
civile.
A quei tempi un maestro delle scuole austriache doveva
conoscere la musica e così il piccolo Franz poté
ricevere le sue prime lezioni dal padre e dal fratello
maggiore Ignaz. A sette anni fu affidato al maestro del
coro della parrocchia di Liechtental Michael Holzer
(1772-1826), al quale Schubert dedicherà nel 1825 la sua
Messa in do maggiore, che gli diede lezioni di
contrappunto e gl'insegnò a cantare e a suonare
l'organo.
Holzer ripeteva sovente di non aver mai avuto un simile
allievo, ed era solito contemplarlo con le lacrime agli
occhi dicendo: «In che posso essergli utile? Quando
voglio insegnargli qualcosa, la sa già», mentre un
giorno in cui Franz riuscì a elaborare un tema in modo
eccezionale per la sua età, esclamò: «Ha l'armonia nel
dito mignolo!».
Il 30 settembre 1808 Schubert superò l'esame per entrare
come corista nella Cappella Reale e poté così
frequentare il Reale Imperiale Convitto Civico. Qui
studiò canto con Philipp Korner, violino con Ferdinand
Hofmann e pianoforte con Wenzel Ruziczka, distinguendosi
anche negli altri studi e nella condotta. Egli stesso
considerava «piacevole» la vita che conduceva nel
convitto, a parte il «modesto pranzo e una ben misera
specie di cena».
Agli anni del convitto risalgono le sue prime
composizioni. Nell'aprile del 1810 compose la Fantasia
in sol maggiore per pianoforte a quattro mani D 1, un
genere del quale Schubert sarebbe diventato «il
compositore più fecondo e anche il più insigne».
Appartengono a questo genere la Fantasia D 2e, del 1811,
e la D 48, del 1813. La prima è interessante perché
dimostra che Schubert aveva imparato il contrappunto
senza dover aspettare le lezioni di Salieri, iniziate
solo il 18 giugno 1812, mentre la seconda prende a
modello l'andantino della Fantasia in do minore K 475 di
Mozart. A dispetto della sua immaturità, la Fantasia D
48 sarà ripresa direttamente nella Wanderer-Fantasie e
nella «superba» Fantasia in fa minore del 1828.
Quello del quartetto d'archi era l'esercizio preferito
da Schubert e dai suoi compagni, oltre che dalla sua
famiglia. Sono pervenuti tre quartetti composti nel
1812: il primo (D 18), è mal riuscito e immaturo, il
secondo (D 32), in do maggiore, manca di un vero e
proprio sviluppo, mentre il terzo (D 36) è un'imitazione
del quartetto op. 76 n. 2 di Haydn, a parte la diversa
tonalità e la mancanza del continuo ricorrere del tema
principale, come avviene in Haydn.
Diversamente vanno le cose nel quarto quartetto che ci è
pervenuto (D 46), iniziato il 3 marzo 1813 e terminato
in quattro giorni. Il primo movimento ricorda il
quartetto K 465 di Mozart, il secondo è nello stile di
Haydn e il terzo «sventola fin troppo chiaramente la
bandiera di Beethoven», ma il Finale, dove Schubert si
dimentica dei suoi modelli, è un piccolo capolavoro. Il
Quartetto per archi n. 6 in re maggiore D 74, scritto
tra il 22 agosto e il 3 settembre 1813, presenta molti
riferimenti a Mozart: nel primo movimento, ai quartetti
K 575 e Hoffmeister, e all'ouverture del Flauto magico,
nel secondo, all'Andante della Sinfonia-Praga. Il motivo
di questo insistito ritorno a Mozart, un maestro del
passato, è dovuto all'influsso di Salieri, suo nuovo
insegnante al Convitto.
Per l'addio al Convitto Schubert compose la sua prima
sinfonia (D 82), dedicata al direttore Innozenz Lang ed
eseguita il 28 ottobre 1813. Anche quest'opera è scritta
nello spirito mozartiano, o anche di Haydn, per quanto
il primo tema ricordi l'ouverture del Prometeo e il
Minuetto riporti allo scherzo della Seconda sinfonia di
Beethoven. In essa «tutto è superficiale, musicale e
festoso», come ci si aspetta da «un giovane ricco di
doti misteriose, ma intimamente sano».
Il 23 settembre, per la festa del padre, fu eseguita una
cantata per due tenori, un basso e una chitarra. Sempre
al medesimo anno appartengono alcuni Canoni, composti
prevalentemente su testi di Friedrich Schiller. Da
segnalare anche tre Kyrie e molti Lieder, tra cui
spiccano Thecla e Der Taucher. Alcune canzoni musicarono
invece scritti metastasiani, mentre a suggello di un
anno di intensa creatività compose anche cinque minuetti
con trio per orchestra.
Nel 1814 intraprese l'attività di maestro di scuola,
continuando a coltivare la produzione musicale: a quel
periodo risalgono quattro singspiel, la Seconda e la
Terza sinfonia, e quattordici lieder, tra cui Gretchen
am Spinnrade (Margherita all'arcolaio).
Nello stesso anno compose una Messa per le celebrazioni
del centenario della parrocchia natale di Lichtenthal.
Fu in questo contesto che conobbe i Grob, commercianti
in seta. La figlia Therese, dotata di una voce capace di
notevoli modulazioni, eseguì la parte del soprano.
Incominciò una relazione tra i due, ma la prospettiva
matrimoniale naufragò a causa delle ristrettezze
economiche in cui versava Schubert. Therese sposò il 21
novembre 1820 il panettiere Johann Bergmann, che versava
in condizioni decisamente più agiate.
Dopo aver vissuto qualche tempo con l'amico Franz von
Schober, Schubert divenne maestro di musica a Zelis,
incarico presto abbandonato. Grazie agli aiuti di una
ristretta cerchia di amici, come Johann Michael Vogl e
Johann Mayrhofer, ed intellettuali estimatori delle sue
opere, il musicista riuscì nonostante le ristrettezze
economiche a vivere senza impiego stabile e a continuare
a comporre.
Ai primi anni Venti risalgono i primi lavori teatrali,
come Die Zwillingbrüder (I gemelli), rappresentato nel
1820. In seguito a una donazione ricevuta nel 1826 dalla
Società degli amici della musica, la produzione
artistica si intensificò e Schubert completò il ciclo
liederistico Die Winterreise (Viaggio d'inverno, 1827).
Compose circa seicento capolavori tra cui i quattordici
lieder denominati Schwanengesang (Il canto del cigno,
1828), il ciclo liederistico chiamato Die schöne
Müllerin, la sinfonia Grande, in do maggiore (1828), il
quintetto per archi in do maggiore, le sonate per
pianoforte e la Fantasia in fa minore per pianoforte a
quattro mani.
Una grave malattia venerea, la sifilide, già
manifestatasi nel 1822, aveva da tempo minato il fisico
del musicista, che non riuscì a resistere ad un attacco
di febbre tifoide, contratta ad Eisenstadt durante una
visita alla tomba di Franz Joseph Haydn. Morì il 19
novembre 1828 a soli 31 anni.
Nel 1947, discutendo riguardo allo stile di Schubert, il
compositore Ernst Krenek ammise che all'inizio della sua
carriera aveva condiviso l'opinione diffusa che riteneva
Schubert un fortunato inventore di melodie piacevoli.
Dopo aver studiato una serie di brani dell'autore si
dovette ricredere, affermando che "al contrario, egli
era artista di concetto con un forte appetito per la
sperimentazione". Questo "appetito per la
sperimentazione" si manifestò ripetutamente nella
stesura e composizione di una varietà di forme e generi
musicali assai differenti tra loro. Sicuramente
influenzato, nelle prime elaborazioni strumentali, da
Beethoven e Mozart, le sue strutture formali e i
successivi sviluppi mostrano un interesse per una
varietà di forme e generi che includono opera, musica
sinfonica, musica liturgica e composizioni per
pianoforte solo. Restando a cavallo fra forme classiche
e tendenze romantiche, Schubert fu innovativo nell'uso
assolutamente sperimentale delle modulazioni,
all'interno, ad esempio, di alcuni brani quali la Nona
Sinfonia o la Sonata in la minore per pianoforte e
Arpeggione.
Ma è sicuramente nei Lieder (in tedesco "canzoni") che
Schubert lasciò, e tutt'oggi lascia, il segno. Esplorò
le potenzialità fino ad allora inespresse del genere,
con oltre seicento composizioni, raggiungendo, con
alcune di esse, risultati notevoli a livello di
innovazione del genere, tendendo a forme più libere
(anche a livello metrico), tipiche del nuovo movimento
romantico.
La numerazione tradizionale delle opere di Schubert è
stata via via sostituita dalla notazione fornita dal
catalogo redatto da Otto Erich Deutsch e pubblicato per
la prima volta nel 1951. La notazione è composta dalla
lettera D seguita da un numero ed eventualmente da una
lettera minuscola per inserimenti, spostamenti o
ritrovamenti successivi. Ad esempio alla Sinfonia n. 8
Incompiuta corrisponde il numero di catalogo D 759. |